Eteri Chkadua

Eteri Chkadua, con il suo stile definito “Femminismo magico”, ci parla delle tradizioni e della storia del suo paese, la Georgia, e degli eventi storici che l’hanno coinvolto. Emigrata nel 1988 negli Stati Uniti, Chkadua impara da autodidatta a dipingere con uno stile realista ma infuso di una vena surreale per commentare e riflettere vicende biografiche e collettive. Spesso ritratta nei suoi quadri, Chkadua racconta sia storie quotidiane sia eventi surreali, come accade in Ice Cream (Gelato), pretesto per raccontare la guerra in Abkhazia, regione della Georgia al centro di un conflitto dal 1991.
L’artista rappresenta la scena in cui un gelataio ambulante, percorrendo per caso la strada dove era in corso una sparatoria, ferma miracolosamente le schermaglie al suo passaggio, fornendo il pretesto per una pausa fra i due schieramenti. Per In Black (In nero), invece, Chkadua cita la tradizione dell’ormotsi, pranzo che si celebra 40 giorni dopo un funerale e che sancisce la fine del lutto familiare. Sul tavolo imbandito, fra i numerosi cibi tipici georgiani, giace tuttavia anche un fucile HK416, ominoso segno di un conflitto non ancora concluso.