L’appartenenza, in termini sociali, religiosi, sessuali e nazionali è una prigione da cui liberarsi – è quanto sostiene Ghizlane Sahli con questa sua installazione, il cui titolo evoca la celebre opera di Gustave Courbet L’origine du monde. Se ci si spoglia dalle identità acquisite, rimane l’origine primitiva e purificata da ogni preconcetto, l’unica autentica che accomuna tutti sulla terra: la madre, termine che in francese è simile etimologicamente al “mare” (li separa una “e”). L’installazione dà anche voce a un messaggio ecologico e sociale: assieme ad altre donne marocchine, Ghizlane Sahli raccoglie migliaia di bottiglie di plastica, le taglia e, montandole su fitte strutture metalliche, le riveste di fibre vegetali di seta, per assemblarle in “alveoli” che sembrano generare nuovi organismi viventi.
Ghizlane Sahli (1973, Meknes, Marocco) vive e lavora a Marrakech. Le sue opere spaziano dal disegno alle installazioni, passando per sculture, pittura e ricamo e sono ispirate dalla sua formazione in architettura e dall’interesse per il tema della sostenibilità ambientale. Le sue opere si trovano in prestigiose collezioni internazionali, tra cui, da febbraio 2020, il Victoria and Albert Museum, Londra. L’artista esplora la trasformazione della materia e le conferisce nuovi significati ed emozioni, creando ricami di seta su materiali usati e riciclati.