The Judgment (Il giudizio) affronta la globalizzazione dell’individuo. Lo sviluppo tecnologico ci ha dato la possibilità di rivolgerci al mondo intero, anche per presentarci e farci conoscere. Allo stesso tempo però, questo ha portato a sviluppare un linguaggio condiviso ma stereotipato, e una generale aspirazione a essere felici, benestanti e spensierati, mentre ogni forma di dissenso e discussione viene resa innocua nel momento in cui si cala nello spazio virtuale. Il controllo dell’Altro è parte integrante di questo processo, e consiste nel giudicare incessantemente noi stessi e gli altri per verificare la corrispondenza a questo modello globale che abbiamo creato e che si fonda su narcisismo, paura e insicurezza.
Jarik Jongman (1962, Amsterdam). Formatosi all’Accademia d’Arte di Arnhem è stato assistente di Anselm Kiefer in Francia nel 1995. Come punto di partenza utilizza le proprie fotografie che accosta a immagini anonime scovate nei mercatini, nei libri, nelle riviste e in Internet. Nel 2017 ha vinto il Luxemburg Art Prize. Prende ispirazione da idee e concetti che derivano dall’ontologia, la transitorialità, la religione e la storia.