Holmqvist lavora con vari media esplorando l’instabilità del linguaggio e ne sviscera i vari livelli di significato. A partire dalla tradizione della poesia concreta Holmqvist usa il linguaggio dei mass-media come materia prima e, così come i poeti visivi prima di lui, ne ricicla tecniche e linguaggio e ne riconsidera il portato comunicativo.
Le sue opere sono tanto delle riflessioni sull’uso che si fa del linguaggio quanto degli strumenti per sollevare questioni sociali, politiche e culturali, come nella serie sulle avanguardie di cui Untitled (DOING TIME) qui esposto fa parte. Un altro esempio del suo lavoro sono i giochi tipografici, eredi della tradizione concreta, che creano pattern fra l’astratto e il concreto come in Untitled (Bang<3).
Karl Holmqvist (1964–) vive e lavora a Berlino. Holmqvist usa come materiale per le sue opere il linguaggio indagandone le qualità attraverso quadri, collage, installazioni e reading poetici. L’artista mischia versi poetici, canzoni pop, citazioni dalla storia dell’arte e espressioni idiomatiche per articolare una decostruzione delle principali ideologie contemporanee. Ha esposto in numerose mostre personali fra cui al Camden Arts Centre di Londra (2016), Bergen Kunsthall a Bergen (2012), e in collettive presso il MoMA di New York (2012), ICA di Londra (2009), Moderna Museet di Stoccolma (2005), e presso Manifesta 7 a Trento (2008) e alla Biennale di Venezia (2011).