Poetic Boom Boom espone alcune fra le più importanti opere prodotte da Sarenco. Poetical Licence, l’iconica foto scattata casualmente dall’artista durante un momento di tafferugli a Belfast, illustra la tensione radicale che la poesia visiva deve avere. La licenza poetica che Sarenco si prende trasforma il poeta visivo in un attivista che, tramite la creatività, contribuisce alla lotta politica per migliorare la società in cui vive.
Nella foto Non eravamo poeti, Sarenco, ritratto da bambino sui banchi di scuola, dichiara già il proprio rapporto conflittuale con la poesia. Mentre nelle serie più recenti Le ceramiche di Siviglia, prodotte nel 2004 per la Biennale di Siviglia, Ho bisogno del tempio per abbattere il tempo e in La poesia ferma il tempo, Sarenco riporta frasi epigrammatiche che riguardano la poesia e il tempo. Let’s Go to School è invece un’installazione composta da 14 lavagnette, lo stesso numero delle stazioni della via crucis, che Sarenco trasforma in altrettante fermate per riflessioni ironiche e dissacranti.
Isaia Mabellini (1945-2017), in arte Sarenco, è stato un poeta visivo, performer, regista, editore e organizzatore di mostre. Fra i personaggi più poliedrici, attivi ed esuberanti del panorama della poesia visiva italiana, già dal 1963 inizia a stringere i primi contatti con altri poeti visivi e col Gruppo 70 di Miccini e Pignotti, sono gli anni in cui elabora epigrammi caustici e graffianti per portare avanti la sua lotta politica e culturale. Fonda le riviste “Amodulo” (1968) e “Lotta Poetica” che pubblicherà in quattro periodi (1971-1975, 1982-1984, 1987 e 2009) e le case editrici Edizioni Amodulo (1969), SAR. MIC con Miccini (1972) e Factotum Art con De Vree (1977). Fonda il Gruppo Internazionale di Poesia Visiva (o Gruppo dei Nove) nel 1972 e i Logomotives nel 1983. Dal 1982 intraprende numerosi viaggi in Africa, dove aprirà gallerie e fonderà la Biennale di Malindi (2006).
Si cimenta anche col cinema, la sua prima sceneggiatura, “Collage”, verrà presentata nel 1985 al Festival del Cinema di Venezia. Partecipa a quattro edizioni della Biennale di Venezia (1972, 1986, 2001 e 2011) a documenta di Kassel (1972) e alla Biennale di Siviglia (2004).