La serie Most People Were Silent (La maggior parte delle persone restò muta) di Sim Chi Yin, commissionata nel 2017 per il Premio Nobel per la Pace, ci porta lungo il confine tra Cina e Corea del Nord e negli ex siti missilistici statunitensi. A cavallo tra documentario e speculazione, Sim riflette sullo sviluppo e sull’uso delle armi nucleari in due Paesi contrapposti. Le foto rivelano spazi abbandonati o preclusi agli occhi del pubblico e, senza estetizzare l’orrore annichilente del potenziale nucleare, sottolineano il rischio tutt’oggi presente di un armageddon nucleare. Sim ha utilizzato i dati satellitari per mappare i siti più vicini a quelli in cui gli studiosi ipotizzano l’esistenza di una base missilistica nucleare nordcoreana e di un impianto che produce centrifughe per centrali nucleari.
Si è poi spostata dall’altra parte del Pacifico, nel Nord Dakota, dove si trova quello che era il sito di difesa missilistica più avanzato degli anni Settanta, smantellato quasi subito per favorire i negoziati antinucleari con l’URSS. Segue una foto del Minuteman II, un missile intercontinentale in grado di trasportare testate nucleari, e la scrivania del comandante della base missilistica da cui sarebbe partito il comando per azionare le testate. Sim esplora questi scenari in due Paesi contrapposti e ci invita ad andare oltre ai loro ruoli di “Stato ribelle” e di “poliziotto del mondo”, e a riflettere sulle minacce attuali che si celano al di là di queste reliquie nucleari conservate nei musei.
La selezione in mostra presenta i seguenti scatti di Sim:
A border guard in his sentry post on the China-North Korea border, close to a suspected North Korean missile base, October 2017
A factory producing into the night, in Manpo, North Korea, October 2017
An anti-ballistic missile defense radar facility, North Dakota, November 2017
Hatches over silos which in the 1970s held missiles meant to shoot down incoming Soviet warheads, North Dakota, November 2017
Minuteman II Missile, South Dakota, United States, November 2017
The desk of a commander in a control room of a decommissioned Titan II Missile Site in Arizona, November 2017
Sim Chi Yin (1978, Singapore, Singapore). Vive e lavora a New York dove attualmente è borsista al Whitney Museum Independent Study Program, al contempo segue un dottorato in studi di guerra al King College di Londra. Sim lavora con la fotografia, le immagini in movimento, la ricerca d’archivio e la performance per rielaborare i temi della storia, dei conflitti, della memoria e dello sfruttamento. Il suo lavoro One Day We’ll Understand è stato esposto alle 17° Biennale di Istanbul (2022); sue mostre recenti si sono tenute presso: Zilberman, Berlino (2021); Les Rencontres d’Arles, Arles (2021); Hanart TZ Gallery, Hong Kong (2019); Institute of Contemporary Arts, LASALLE College of the Arts, Singapore (2018); Nobel Peace Museum, Oslo (2017). Ha esposto in collettive presso Biennale di Istanbul (2017); Framer Framed, Amsterdam (2018). Le è stata commissionata una campagna fotografica per il Premio Nobel per la Pace (2017).