Nella tua pratica, hai sempre approcciato l’arte come strumento di conoscenza e agente trasformativo, attraverso le riflessioni che le opere possono attivare o sollecitare nell’osservatore. Durante la pandemia hai realizzato il progetto Germinal, basato sui processi di ricerca, di studio e di produzione, che sono fasi antecedenti alla presentazione dell’opera al pubblico. Uno scenario che rimane il più delle volte nascosto. Al contempo, tale progetto esplora le modalità di presentazione, fruizione e partecipazione all’opera d’arte alternative a quelle istituzionali di una mostra: ad esempio quelle che hanno natura partecipativa, aperte e circolari, che in questo particolare momento storico così complesso risultano anche più necessarie per costruire un dialogo con le persone. Ci racconti di questo progetto e della sua relazione con questo tempo attraversato dalla pandemia?
Germinal prende il titolo dall’omonima opera letteraria di Émile Zola del 1885. Germinal corrispondeva al settimo mese del calendario della Rivoluzione Francese e cadeva nel periodo compreso tra il 21/22 marzo e il 19/20 aprile; nel 2020, proprio in quei mesi, ho iniziato a lavorare ai sei disegni che compongono il progetto con l’idea di serigrafarli su T-shirt bianche, quasi fossero manifesti da indossare.
I sei soggetti serigrafati nominati con un giorno della settimana, come in un manuale pratico illustrano, la coltivazione della terra affiancata al processo di ricerca artistica. L’arte e l’agricoltura hanno in comune il nutrimento, l’attesa, la cura, la crescita, il lavoro e la vita. L’una è nutrimento del corpo, l’altra della mente. Questo lavoro intende portare alla luce anche ciò che in una mostra d’arte contemporanea non è visibile: il processo e la ricerca artistica, pratiche che nel nostro paese hanno la necessità di essere difese e valorizzate come risorse indispensabili per far crescere il futuro patrimonio culturale, artistico e sociale. Germinal è un progetto ibrido che si può destinare a una mostra o essere esposto e venduto in book shop a un prezzo popolare, è acquistabile da casa anche con i musei chiusi www.cartellodirivoli.org.
La sua diffusione e comunicazione è avvenuta esclusivamente attraverso web e social media, ma senza perde il contatto con la realtà e il pubblico, l’ultima azione per concludere il lavoro per chi possiede uno dei 300 esemplari è mettere a dimora dei semi di grano che l’acquirente trova all’interno di un libretto parte del contenuto di un sacco da farina personalizzato con un frottage originale numerato, a tema vegetale, realizzato a mano. Il progetto nasce dalla volontà di attivare collaborazioni d’eccellenza al fine di connettere una serie di buone pratiche per dar vita a un progetto comune. Tra i collaboratori cito le donne della Casa di Reclusione femminile della Giudecca di Venezia che con l’associazione Closer hanno realizzato liberamente su ogni esemplare delle T-shirt un intervento di ricamo manuale.
I 6 soggetti di Germinal:
1# Monday. Utilizzando la metafora del carotaggio, mostro il parallelismo tra il processo dell’analisi del suolo destinato a una coltivazione e quello dell’indagine dell’ambito di destinazione per un progetto artistico. Queste valutazioni sono la base per una progettazione integrata con l’ecosistema esistente sia in ambito artistico, sia in ambito agricolo.
2# Tuesday. Il disegno mostra le diverse stratificazioni del terreno e gli attrezzi usati per dissodarlo e prepararlo alla semina. I vari strati sottostanti la superficie simboleggiano molto bene il lavoro di ricerca e approfondimento (scendere in profondità) propri della ricerca artistica. Un lavoro preparatorio necessario in agricoltura e in ambito artistico.
3# Wednesday. Nel disegno, le componenti chimiche e minerali di un granello di terra diventano i temi portanti della mia ricerca. L’azione drenante dei lombrichi è messa in parallelo con il processo creativo, in cui studio e apprendimento generano humus e sostanza fertile: l’idea.
4# Thursday Il disegno mette in relazione il compostaggio e l’analisi della contemporaneità nell’ambito della ricerca artistica. In entrambi i casi si produce un processo di valorizzazione dei materiali di partenza (foglie secche, residui di cibo, testi analizzati, riflessioni, disegni preparatori) grazie alla stratificazione, alla sedimentazione, al tempo di reazione e di decomposizione.
5# Friday Il disegno rimanda al tema della struttura portante: così come i tralicci, in agricoltura, sono il sostegno per le piante rampicanti, in ambito artistico è il concetto la struttura su cui costruire l’opera nella sua forma definitiva.
6# Saturday La tappa finale del processo di ricerca è il momento che precede la produzione dell’opera, il passaggio dal concetto alla pratica. In quest’ultimo disegno è paragonato alla pianificazione della semina e alla decisione di quali colture affiancare, al fine di avere la miglior resa possibile.
Marzia Migliora, Germinal, 2020. In collaborazione con Anabasi
Multiplo in edizione di 300 esempleri unici, cotone organico certificato, intervento di ricamo manuale dell’associazione Closer, caercere della Giudecca, Venezia. 6 tipologie di stampe serigrafiche. Sacco 44 x 20 cm, frottage originale, brochure, busta di semi. Foto di Greta Stella e Marzia Migliora.
In vendita presso: e-commerce https://www.castellodirivoli.org/shop e book shop Museo Maga, Gallarate.
Instaurando questo parallelismo fra lavoro artistico e lavoro agricolo, il progetto Geminal prosegue la tua analisi delle contraddizioni insite nei modelli produttivi agricoli industrializzati e altre pratiche di sfruttamento intensivo delle risorse naturali, che hanno sconvolto equilibri millenari e sono alla radice di emergenze future e presenti. Il tuo lavoro spesso mira a costruire nuovi immaginari critici ma partecipativi in opposizione ai paradigmi dominanti, per suggerire ipotesi diverse di presente, e futuro, rispetto a quello che ci siamo creando. Partendo da tale approccio, la tua ricerca intercetta importanti temi della nostra società contemporanea, dalla iniqua distribuzione delle risorse, all’ecologia e all’attivismo in senso di creazione di mentalità critica rispetto ai problemi del nostro tempo.
Questo periodo di sospensione, crisi, e incertezza ha portato molti a riflessioni importanti, e in particolare, sul proprio ruolo nel mondo. Che funzione pensi possano o debbano avere gli artisti in questo particolare periodo storico e nella prossima fase che si aprirà, a seguito di questa frattura?
In qualità di artista mi preme lavorare sulla realtà, anzi a partire dalla realtà, la mia e di conseguenza la nostra. È da molti anni che la mia ricerca si dedica in particolare al tema del lavoro con declinazioni diverse. La professione che svolgiamo ci forma e ci deforma, va a costituire anche la nostra identità e i nostri saperi, per chi è più fortunato, poi, riesce a concretizzare interessi e passioni. Il tema del lavoro mi permette di far emergere e concentrare lo sguardo sulla materia viva della società: la speculazione, lo sfruttamento delle risorse naturali, animali, umane e del lavoro, l’economia, il rapporto con l’altro e il legame con la Storia nel tentativo di ridisegnare il futuro.
L’arte ha un forte potere generazione di pensiero, in qualità di artista, credo che il mio ruolo sia quello di dar voce a situazioni scomode. Le mie opere sovente nascono da un problema che non posso risolvere materialmente, ma su cui intendo attivare delle riflessioni attraverso il mio fare. Credo che leggere i quotidiani sia il miglior esercizio di indagine per un’artista: sfogliando le pagine non è difficile rintracciare fatti e situazioni che ci coinvolgono come attori del presente. L’arte è utile? Personalmente credo di si, è uno strumento, un microscopio sulla realtà e anche un magnifico caleidoscopio che sa sfaccettare, spezzettare, tramutare e trasformare da punti di vista diversi un oggetto sul quale vale la pena soffermarsi e interrogare.