“Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.”
Mt 7,1-5
“Viviamo giudicando e di conseguenza abbiamo paura di essere giudicati, ma il senso di ciò che è giusto e sbagliato è frutto della mente umana, che per sua natura divide in due ciò che è Uno” afferma l’artista. WHITE TORTURE è l’ambiente site-specific appositamente concepito da Simonini per Italian Twist. L’opera si rifà all’idea della ‘vergine di Norimberga’, celebre strumento di tortura che si ritiene, erroneamente, essere esistito nel medioevo; qui però al posto dei punzoni troviamo una tassonomia di oltre 1200 calchi in gesso del dito indice. Il dito puntato, la più archetipica rappresentazione gestuale del giudizio, viene qui estremizzato e moltiplicato; dentro WHITE TORTURE ciascuno è al centro del giudizio e, sembra dirci l’artista, chi giudica sarà a sua volta giudicato. Ispirato dalle celle della prigione, il messaggio qui si amplifica e si rafforza, sia in termini letterali, riferendosi alla condanna giudiziaria, sia in termini psicologici: la “stanza bianca” è infatti una tipologia di tortura psicologica che consiste nella deprivazione sensoriale e nell’isolamento.
Alessandro Simonini (Modena, 1985) si laurea in Filosofia e in Arti Visive presso l’Università di Bologna. Nel 2019 svolge una residenza presso Viafarini, Milano. Tra le mostre recenti: Judge-mental (torture), Una Vetrina, Roma (2020); Strings. Light and Vision, White Noise Gallery, Roma (2019). Sempre nel 2019 ha esposto alla BienNoLo, Milano. Nel 2011 ha vinto il premio della critica Next Generation, Premio Patrizia Barlettani, Milano.