Bianca Casady indaga i suoi miti personali ponendo in discussione le costruzioni sociali del genere e della razza. Quest’opera su carta fa parte di una serie incentrata sull’idea della prigionia. L’artista, eccentrica e trasversale, indaga i concetti di trauma, ricostruzione e forza femminilizzando il maschio in quanto espressione di dominio. Casady impiega tecniche grezze e immagini antitetiche (come fiori e ferite) per trasformare la spoglia realtà della prigione in un palcoscenico di bellezza e orrore. Un dettaglio di quest’opera è diventato anche la copertina del suo album musicale Oscar Hocks (2016).
Bianca Casady (1982, Stati Uniti) vive tra Parigi e New York. Ha esposto in tutto il mondo, ad esempio presso Deitch Projects a New York, Art Basel a Miami, BOZAR a Bruxelles e alla Biennale di Mosca. È una delle componenti del duo musicale CocoRosie che regolarmente si esibisce nei più importanti festival internazionali.