When you dance you make me happy presenta 37 artisti dalla collezione d’arte contemporanea di Luciano Benetton. La mostra è incentrata sul corpo umano, contenitore di lotte esistenziali da cui scaturiscono ingegno e creatività. La danza come metafora ci guida in un viaggio che parte dall’introspezione per condurre a diversi atti performativi. Il corpo si muove, si ferma, riprende a muoversi e acquista forza all’interno di un gruppo, in un crescendo che va dalla decadenza al trionfo.

13 settembre / 17 novembre 2019

Gallerie delle Prigioni - Treviso

a cura di

Nicolas Vamvouklis

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La mostra presenta sculture, quadri, stampe e video di artisti internazionali, in un percorso espositivo che procede tra dimensione interiore e mondo esterno, partendo dall’idea del corpo come guscio, che è dimora ed è prigione.

Il campo d’indagine si apre alla dimensione collettiva e osserva le azioni che il corpo compie in occasioni pubbliche di celebrazione, lutto o protesta. Come in “Soundsuits”, serie emblematica di opere dove l’artista americano Nick Cave fonde armature, abiti cerimoniali e fashion couture, che diventa qui simbolo di autonomia e affermazione. Tra i lavori in mostra vi sono le polaroid ritagliate di Maripol “Eyes are the reflection of your soul”,  che catturano lo sguardo di alcune celebrità, e il ritratto enigmatico di Lynette Yiadom-Boakye “Pass, che colloca figure sfuggenti in un contesto senza tempo. 

When you dance compie anche un approfondimento delle narrazioni contenute in Imago Mundi Collection, come nel caso dell’opera di Accra Shepp intitolata “Shit Is Fucked Up and Bullshit”, in cui viene messa in discussione la partecipazione a movimenti e manifestazioni nell’era digitale. Infine, la mostra si sofferma sull’idea di traccia, intesa come vestigia fisica o immateriale che lasciamo dietro di noi. È in questa lettura che si collocano le scarpe dell’installazione “Fela: Amen, Amen, Amen, Amen…” di Barkley L. Hendricks, riferimento alla poligamia simbolica dell’attivista e pioniere dell’afro-beat Fela Kuti. Il documentario “The Whole Gritty City” di Richard Barber e Andre Lambertson sulle bande musicali di New Orleans svela, da ultimo, la forza di una fascia della popolazione normalmente relegata ai margini della società.

A partire dall’idea che collezionare sia un atto creativo ed espressione di cura, la mostra avvia un lavoro di interpretazione delle esperienze contenute nella collezione personale di Luciano Benetton. Le opere in mostra scandiscono un ritmo infuso di energia che il visitatore è invitato a lasciar pulsare, per rispondere con il proprio movimento.

Video inaugurazione

13 settembre / 17 novembre 2019

Gallerie delle Prigioni - Treviso

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Nicolas Vamvouklis

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