Dan Halter

Dan Halter, artista zimbabwese ma che vive in Sudafrica, lavora su tematiche quali la perdita del senso di appartenenza nazionale, le migrazioni e la condizione postcoloniale. Nelle sue opere usa materiali comuni e un approccio concettuale. In mostra troviamo un’opera recente, Machiavelli, che sovraimprime l’immagine delle 100,000 lire su cui compariva Caravaggio, al testo integrale de Il Principe del celebre umanista toscano. Secondo lo storico e politico valdostano Federico Chabod è infatti Machiavelli il primo a teorizzare nelle sue riflessioni un’Europa intesa non solo come espressione geografica ma anche come entità laica e autonoma, dove la frammentazione in numerosi Stati è fonte di equilibrio fra le varie potenze, contrariamente a quanto accadeva nei grandi imperi asiatici; queste divisioni stimolavano perciò la competizione e la differenziazione che nei secoli hanno generato la varietà e la ricchezza culturale del continente. La coscienza europea è quindi, secondo Chabod e Machiavelli, polifonica e disomogenea per sua natura e deve ricercare in questa molteplicità la sua vera forza e ricchezza.

Dan Halter (1977, Harare, Zimbabwe), vive e lavora a Città del Capo. Nelle sue opere Halter esplora gli aspetti politici e sociali dei confini geografici e delle migrazioni attraverso tecniche artigianali come l’intreccio e materiali poveri come la plastica. Ha tenuto mostre personali presso varie gallerie in Sudafrica e in Europa. Il suo lavoro è stato presentato in istituzioni quali Iziko South African National Gallery, Collection Leridon, Albright- Knox Art Gallery, Pigozzi Collection, Rennie Collection, Tiroche Deleon Collection, Southern African Collection for Contemporary Art, Reydan Weiss Collection, Scheryn Art Collection, Round About Collection, National Gallery of Victoria, Tate Modern, Perez Art Museum. Ha partecipato a rassegne internazionali quali la 16° e 17° edizione di VideoBrasil a San Paolo (2007 e 2011); la 10° Biennale d’Arte dell’Avana (2019); Biennale di Dakar (2010).