Uprooted è un progetto partecipativo in divenire che parla di migrazione e di popolazioni trapiantate muovendosi nel contesto geografico, botanico e sociologico delle Front Range Mountains del Colorado. Nell’opera in mostra Daniela Edburg osserva il viaggio di una pianta non indigena della steppa degli Stati Uniti occidentali e traccia paralleli con certi approcci politici alla migrazione.
Originario dell’Europa, il bromus tectorum (comunemente noto come forasacco) è stato introdotto negli Stati Uniti nel tardo Ottocento seguendo gli spostamenti umani e da allora si è espanso fino a diventare la specie dominante la cui natura aggressiva crea un ambiente ostile per le specie autoctone. Le radici ramose della pianta sono rappresentate qui in lavori all’uncinetto in lana di alpaca – animale anch’esso importato, dalle Ande alle Montagne Rocciose, dove ora è comunemente allevato.
In una serie di ritratti posti accanto alle piantine in lana, alcuni giovani americani di origini messicane mostrano rielaborazioni all’uncinetto di elementi naturali ormai divenuti tipici del Nord America, come piante e perfino tornadi – tutti accomunati da storie di spostamento, crescita e distruzione.
Daniela Edburg (1975) è nata a Houston e vive a San Miguel de Allende, in Messico. Crea immagini realizzate con stage di photographic fiction e nei suoi lavori incorpora anche elementi tessili; la sua ricerca artistica è volta a comprendere la relazione dell’uomo con la natura. Tra le sue esposizioni più recenti, quelle presso Cherryhurst House (Houston, USA) nel 2016, presso il Museum of Photographic Arts (San Diego, USA) nel 2017 e presso il Museum of Fine Arts Boston (USA) nel 2013.