Purple Muslin offre un ritratto toccante delle donne yazide, sfuggite alle sopraffazioni dei militanti dell’autoproclamato Stato Islamico (ISIS), durante l’offensiva del 2014. Confinate nel campo profughi di Ashti, vicino a Sulaymaniyya, nel nord dell’Iraq, queste donne raccontano l’esperienza della guerra, le violenze subite e le privazioni affrontate prima e durante la forzata migrazione. Nel tentativo di rendere il campo nomadi la propria nuova casa, compiono un rituale arcaico in cui, in ricordo e per devozione dei propri scomparsi, si inginocchiano e appoggiano con cura un oggetto personale su un tessuto di seta. Perseguitati da secoli nei loro territori dalla maggioranza musulmana, gli Yazidi sono un gruppo di comunità di origine curda e religione non islamica le cui origini risalgono al 2000 a.C. Vivono soprattutto nel nord dell’Iraq.
Erkan Özgen (1971, Derik, Turchia) vive e lavora a Diyarbakir. I suoi video e fotografie sono caratterizzati dall’impegno politico, con particolare riguardo alle migrazioni e ai diritti umani. Presentato a livello internazionale nel 2003 nella mostra curata da René Block alla Kunsthalle Fridericianum di Kassel e selezionato da Harald Szeemann per partecipare alla prima Biennale di Siviglia del 2004, da allora ha preso parte alle maggiori mostre e biennali internazionali. Da ultima, la 22a Biennale di Sydney nel marzo 2020.