Giuseppe Stampone

Mare Finito è il titolo delle due opere di Giuseppe Stampone qui esposte. Appartengono a una serie di lavori realizzati nel 2015 e incentrati sui mezzi di trasporto usati dai migranti nei viaggi della speranza verso l’Europa. In una tinozza nera, che ricrea per l’appunto un mare finito e nero come il petrolio, galleggia nella bonaccia una barca giocattolo anch’essa nera. Con questa replica alterata e in miniatura del reale, Stampone riflette sui mezzi per varcare quelle frontiere invisibili eppure molto tangibili che separano l’Europa dagli altri continenti. L’artista mette in luce aspetti come l’accoglienza, la nozione di confine politico e le molteplici forme di controllo esercitate su di esso. Con un approccio fra il cinico e il poetico riflette sull’idea di ospitalità che l’Europa incarna, e sulla sua evoluzione, dal valore sacro della xenìa nell’antica Grecia alle attuali forme di accoglienza selettiva rispetto le provenienze dei migranti.

Giuseppe Stampone (1974, Cluses, Francia), vive e lavora a Roma. Ha tenuto numerose mostre personali presso Centro Italiano Arte Contemporanea – CIAC, Foligno (2018); Italian Cultural Institute, New Delhi (2016); GAMeC, Bergamo (2014), MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma (2011). Ha partecipato a mostre collettive presso Biennial of Contemporary Art, Prizren, Kosovo (2019); Istituto Italiano di Cultura, New York, (2017); MAXXI, Roma (2014). Ha partecipato a numerose rassegne artistiche: Padiglione cubano della 59° Biennale d’Arte di Venezia (2022), Biennale del Disegno di Londra (2021), padiglione Corea del Sud alla 17° Biennale di Architettura di Venezia (2021), Biennale di Architettura di Seoul, Corea del Sud (2017); Triennale di Ostenda, Belgio (2017); 56° Biennale d’Arte di Venezia, Italia (2015); Biennale di Kochi-Muziris, Kerala, India (2012); 11° Biennale de L’Avana, Cuba (2012); Biennale di Liverpool, UK (2010); 14° e 15° Quadriennale di Roma, Italia (2004–2008).