La mostra si apre con un’opera al neon di Joseph Kosuth, pioniere dell’arte concettuale che esplora la funzione del linguaggio e la relazione tra immagini e idee. L’opera fa parte di un’installazione monumentale composta da citazioni disposte su 86 pannelli. Réflecteur de Réflecteur si collega alle teorie del sé di Søren Kierkegaard, uno dei primi filosofi esistenzialisti, e diventa il punto di partenza non solo per un’indagine introspettiva ma anche per una riflessione sul proprio rapporto con il mondo. Per l’artista, un elemento fondamentale dell’installazione è il contesto in cui è inserita, che qui viene esteso all’ambiente architettonico e psicologico dell’antica prigione.
Joseph Kosuth (1945, Stati Uniti) vive tra New York e Londra. Da quasi 40 anni indaga la relazione tra linguaggio e arte attraverso installazioni, esposizioni museali, pubblicazioni e arte pubblica in tutto il mondo; tra le partecipazioni internazionali, Documenta (1972, 1978, 1982, 1992) e la Biennale di Venezia (1976, 1993, 1999).