Nonostante l’aspetto semplice e diretto l’opera di Marco Godinho innesca implicazioni filosofiche e politiche di primo piano. Godinho ci chiede di adottare una modalità bustrofedica di lettura, ovvero di andare da destra a sinistra e poi al contrario, da sinistra a destra. Così facendo, l’artista dischiude una riflessione che parte dal nome del continente in cui abitiamo per giungere a un interrogativo filosofico e politico sul suo destino. L’artista nota infatti che l’inverso di “Europa” è “aporue”, e sovraimprimendo una “i” alla “u”, ne risulta la parola aporie. L’aporia è un ostacolo che la ricerca filosofica si trova ad affrontare nello sviluppo del pensiero, e che spesso diviene parte del percorso stesso verso la conoscenza. Godinho si sofferma quindi sui molteplici interrogativi che l’essere europei ci pone e sulle numerose difficoltà che si incontrano nel condividere una casa comune. Riprendendo le riflessioni sulla crisi dell’Europa del filosofo francese Étienne Balibar, l’artista ci ricorda che la democrazia si forma anche attraverso le aporie poiché la costruzione dell’Europa unita è un obiettivo al contempo indispensabile e ancora parziale nelle sue forme attuali.
Marco Godinho (1978, Salvaterra de Magos, Portogallo), vive e lavora in Lussemburgo. Nella sua pratica di stampo concettuale Godinho riflette sull’esperienza soggettiva di tempo e spazio, affrontando i temi dell’esilio, della memoria e della geografia, ispirato dalla sua stessa esperienza di vita nomade a cavallo fra culture, lingue e luoghi. Ha esposto con mostre personali in varie istituzioni come Casino Luxembourg, Lussemburgo (2019); MAMAC, Nizza (2016); MNAC, Lisbona (2015); Museo universitario di Medellin, Colombia (2013); Centre d’art contemporain, Metz (2013). Ha partecipato a mostre collettive presso Villa Empain, Bruxelles (2020); Frac Occitane, Tolosa (2019); Magasin des Horizons, Grenoble (2018). Ha partecipato come artista del padiglione del Lussemburgo alla 58° Biennale d’Arte di Venezia (2019); alla Biennale di Dakar (2018); Biennale di Lione (2017), e Rencontres d’Arles, Arles (2010).