Culture of Confrontation (Cultura dello scontro), 2013-14, è una serie di fotografie che documentano un punto di svolta nella storia ucraina: la rivolta di Euromaidan. Il titolo si riferisce al confronto tra due approcci diversi: uno nostalgico verso l’Unione Sovietica, l’altro desideroso di un Paese indipendente ed europeo. Questo incontro tra due culture, o meglio due visioni del mondo, ha innescato uno scontro sullo stesso territorio. Questo confronto è eterno. Trascende l’Ucraina, e sicuramente trascende quella piazza della città dove si è svolta la rivoluzione quando l’ex presidente dell’Ucraina ha deciso di sospendere l’accordo di integrazione con l’Unione Europea.
Una protesta che avrebbe dovuto durare solo un giorno si è trasformata in tre mesi di scontri sanguinosi, lacrime, bombe molotov, copertoni di auto in fiamme e morti. Maxim Dondyuk ha partecipato attivamente a questi eventi, scattando immagini di una rivoluzione che si è trasformata in uno spettacolo, con scene di carneficina che si intrecciano ad una straziante bellezza. I confini tra realtà e finzione sono sfumati e tutto è divenuto astratto, senza tempo, un conflitto universale tra luce e oscurità. Nel fumo nero e nella neve bianca di febbraio è andata in scena una lotta tra il bene e il male, anche se spesso era impossibile capire da che parte stessero l’uno e l’altro. Una selezione di sei foto è qui presentata stampata su striscioni che richiamano quelli portati dai manifestanti.
La guerra devasta tutto. Storpia le anime e i corpi umani, distrugge gli edifici e danneggia la natura. Lascia un’impronta indelebile su tutto ciò che tocca e tutto ciò che rimane è distruzione, dolore e sofferenza.
Il 24 febbraio 2022, l’Ucraina si è svegliata sotto i bombardamenti e gli allarmi aerei. La Russia ha iniziato un’invasione su larga scala dell’Ucraina. Decine di città e villaggi sono stati distrutti, migliaia di persone sono state uccise e milioni sono fuggite. Per quasi un decennio Dondyuk ha documentato molti aspetti del confronto tra Russia e Ucraina, fotografando il conflitto da entrambi i lati: la rivoluzione ucraina, l’annessione della Crimea e l’inizio della guerra nell’est dell’Ucraina. Quello a cui stiamo assistendo oggi è una battaglia per la libertà e la democrazia, il cui esito è immensamente importante non solo per il popolo ucraino, ma anche per l’Europa e il mondo civilizzato. Dondyuk continua a raccontare l’Ucraina nel suo periodo di autoaffermazione come Paese indipendente, concentrandosi sulle conseguenze e sull’esito di questa battaglia tra valori sovietici ed europei. Una selezione di scatti dal fronte sono stati qui riprodotti su lastre di marmo.
Between Life and Death (Tra la vita e la morte), 2017, è una riflessione sulle guerre in cui l’umanità è rimasta impantanata. Queste foto ritraggono i territori dell’Ucraina orientale devastati dalla guerra. Nell’inverno del 2017, Dondyuk ha rivisitato i luoghi che aveva documentato durante il conflitto armato nel Donbas nel 2014, seguendo il percorso lungo il confine con le autoproclamate Repubbliche di Luhansk
e Donetsk. Queste aree, che di recente avevano assistito a scontri sanguinosi, ora sono abbandonate nel silenzio più assoluto. Scuole, ospedali, fabbriche, posti di blocco: erano tutti luoghi di grande importanza durante gli scontri. Ora sembrano tutti monumenti abbandonati della guerra. Questa storia parla delle cicatrici che le guerre lasciano nell’animo umano. Parla del vuoto e della solitudine. Le guerre cambiano tutti e tutto. I soldati che tornano dalla guerra sono spesso dimenticati dal loro Paese e incompresi dalle loro famiglie e dagli amici. La popolazione civile, che ha affrontato la guerra, ha avuto grandi traumi psicologici che rimangono per tutta la vita. Ha dovuto convivere con la paura, la rabbia e il dolore. Avendo vissuto in prima persona la guerra, Dondyuk non ne vuole mostrare il lato spaventoso, né romanticizzarlo, e per trasmettere i sentimenti in modo più profondo usa la fotografia di paesaggio in modo intimo. A volte per i sopravvissuti i ricordi del passato sono più dolorosi delle battaglie stesse. Queste sensazioni non se ne andranno, resteranno con loro per sempre.
Tutti i testi sono di Maxim Dondyuk
Maxim Dondyuk (1983, Slavuta, Ucraina). Vive e lavora a Leopoli. Dondyuk è un artista visivo che lavora nel campo della fotografia documentaria e usa foto, video, testi e materiali d’archivio per esplorare tematiche quali la storia, la memoria, i conflitti e le loro conseguenze. Il suo lavoro è stato esposto, fra gli altri, presso Musée d’Art Moderne, Parigi; Somerset House, Londra; MAXXI, Roma; Biennale of Photography, Bogotà in Colombia. Le sue opere sono nelle collezioni di National Museum of Photography di Bogotà, Benaki Museum, Atene, National Museum of The History of Ukraine in WWII, Kyiv. Dondyuk ha vinto il W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography, l’International Photographer of the Year in Lucie Awards, è stato finalista al Prix Pictet Photography Prize; e al Magnum Photos ‘30 under 30’ nella sezione fotografi documentari emergenti.