Nella sua serie iconica Femme Terre, Dago presenta il corpo umano come una tela su cui amalgama pittura, scultura e fotografia. Prima l’artista copre le sue modelle di terra, pigmenti e tessuti e poi le fotografa. Come sculture viventi, i suoi inquietanti nudi in posa richiamano le statue classiche. I volti coperti concedono l’anonimato e si adeguano così al contesto sociale del Senegal, in cui l’espressione pubblica di sensualità è un rigido tabù. In un gioco di ruoli, queste creature possono assumere l’identità di divinità, guerriere e regine che sembrano uscite dal caos primordiale. Per citare un antico proverbio africano: “Gli occhi non vedono; è lo spirito a vedere”.
Ousmane Ndiaye Dago (1951, Senegal) vive e lavora a Dakar. Ha studiato all’Ecole Nationale des Beaux-Arts de Dakar e alla Royal Academy of Fine Arts Antwerp. Il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Dakar, alla Biennale di Valencia e alla Biennale di Arti Grafiche di Brno.