Tabti prova a contestualizzare alcuni eventi e fenomeni significativi che hanno influenzato la società algerina. Durante la Battaglia di Algeri, nel 1957, Mohamed El Badji – un famoso compositore e musicista – fu imprigionato. Prendendolo in giro per come chiamava alla preghiera gli altri prigionieri, una guardia disse: “Canta, canta, uccello nella gabbia, canta l’amore o la rabbia”. Questa frase fu di ispirazione per il cantante che scrisse Meknine Ezzine (Bel cardellino), entrata nella tradizione della musica chaabi. L’installazione di Tabti fa cantare un cardellino cinque volte al giorno, esamina la nozione di libertà religiosa limitata che viene imposta dai media occidentali e indaga la voce come via di fuga.
Oussama Tabti è nato in Algeria nel 1988. Vive e lavora ad Algeri. Si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Algeri e la scuola di arti visive di Aix-en-Provence. Ha esposto a MEDITERRANEA 16 Young Artists Biennale (Marsiglia), FIAC Festival International d’Art Contemporain d’Alger (Algeri), Delfina Foundation (Londra), e al MACBA Museu d’Art Contemporani de Barcelona (Barcellona).