Le diverse opere presentate in mostra hanno a che fare con due delle strutture più ‘implicitamente’ oppressive con cui ci confrontiamo quotidianamente, ovvero il linguaggio e i sistemi di rappresentazione.
La selezione di opere su rame recupera le proprietà uniche di questo materiale che permette allo stesso tempo la formazione di un’immagine, la conduzione di elettricità e calore, e l’uso nella medicina alternativa. In questo modo, l’artista collega intrinsecamente la dimensione fisica, spirituale e sociale del vivere in un unico momento.
Gran parte dei significati delle opere derivano dall’interesse di Maheke per le forze invisibili ma molto concrete che influenzano i nostri corpi così come le nostre identità. Queste forze includono precisamente la comprensione politica e sociale della nostra storia, quella più mistica e spirituale, così come il suono e le forze fisiche (per esempio la gravità) che ci circondano. La serie di opere di Maheke è, in sostanza, un modo di aprire un dialogo o un contatto con la parte più invisibile di noi stessi.
Paul Maheke (Brive-la-Gaillarde, Francia, 1985). Vive e lavora a Londra. Tra le mostre personali: Ludlow 38, New York (2019); Vleeshal Middelburg (2019); Chisenhale, Londra (2018); Assembly Point, Londra (2017); South London Gallery (2016). Tra le collettive: Musée d’art contemporain de la Haute-Vienne, Rochechouart (2020); Museum Ludwig, Colonia (2019); Somerset House, Londra (2019); Lafayette Anticipations, Parigi (2018); Tate Modern, Londra (2017); Walker Art Gallery, Liverpool (2017). Ha partecipato alla Biennale Performa 19, New York; la 58ª Biennale di Venezia; e Manifesta 12.