Artista

Richard Mosse

Dead Leaves and the Dirty Ground II, dalla serie Infra

2012, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Lost Fun Zone, dalla serie Infra

2011, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Sonic Youth, dalla serie Infra

2011, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Come Out (1966) XII, dalla serie Infra

2011, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Beyond Here Lies Nothin

2012, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Richard Mosse ha sviluppato un corpus di lavori fotografici al tempo stesso carico di implicazioni etico-politiche e smaccatamente estetico. Mosse ha documentato i campi profughi in Grecia e Medio Oriente, l’invasione dell’Iraq, la deforestazione dell’Amazzonia e, nella selezione qui presentata, la guerra nel Nord Kivu (Repubblica Democratica del Congo). A causa del conflitto latente, si stima che in Congo dal 1996 ad oggi ci siano state quasi 5 milioni di vittime, più per le conseguenze della guerra come epidemie, carestie e ritorsioni che a causa di atti bellici. Infra, titolo della serie realizzata fra il 2010 e il 2015, è stata scattata con pellicole a infrarossi Aerochrome, sviluppate dall’esercito statunitense negli anni ‘40 per individuare i soldati mimetizzati. L’obiettivo di Mosse segue i cliché della fotografia di guerra e sfida le tradizioni, gli imperativi e le responsabilità della fotografia documentaria, nel tentativo di ritrarre un conflitto infinito, diffuso e insensato, combattuto nella giungla da ribelli nomadi, eserciti regolari e forze dell’ONU. Il corridoio delle Gallerie delle Prigioni diviene un tunnel dove varie vedute si alternano immergendo lo spettatore in paesaggisti surreali come in Beyond Here Lies Nothin o Come out (1966), o presentando i protagonisti di questa guerra come in Dead Leaves e Sonic Youth che ritrae un giovane ribelle del gruppo M23 impegnato nella battaglia di Goma, o infine come in Lost Fun Zone, scattata in un campo profughi che ospitava 60.000 persone poche settimane prima che venisse sgomberato.

Richard Mosse (1980, Kilkenny, Irlanda). Vive e lavora a New York. Ha studiato fotografia a Yale, arte all’Università Goldsmith di Londra, e Letteratura inglese al King College di Londra. Nel suo lavoro documenta le crisi umanitarie e ambientali dei nostri tempi usando il mezzo fotografico per riflettere su questioni etiche e politiche. Ha tenuto mostre monografiche presso National Gallery of Victoria, Melbourne, Australia (2022); Fondazione MAST, Bologna (2021); SFMOMA, San Francisco, USA (2019); Barbican Center, Londra (2017);  Akademie der Künste, Berlino (2016); Louisiana Museum, Humlebæk (2015); FOAM, Amsterdam (2014). Sue mostre collettive recenti si sono tenute presso Kunstmuseum Basel (2019); Palazzo Querini, Venezia (2019); MMK Frankfurt (2018). Ha vinto vari premi fra cui il Prix Pictet (2017) e il Deutsche Börse Photography Prize (2014). Ha rappresentato l’Irlanda alla 55° Biennale d’Arte di Venezia (2013). Nel 2011 ha vinto il John Simon Guggenheim Memorial Foundation Fellowship.

Dead Leaves and the Dirty Ground II, dalla serie Infra

2012, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Lost Fun Zone, dalla serie Infra

2011, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Sonic Youth, dalla serie Infra

2011, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Come Out (1966) XII, dalla serie Infra

2011, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

Beyond Here Lies Nothin

2012, stampa cromogenica digitale. Courtesy dell’artista, carlier | gebauer, Berlin/Madrid e Jack Shainman Gallery, New York

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