“Eravamo in tanti sul barcone. Dopo due giorni di viaggio siamo arrivati a Lampedusa e hanno aperto la stiva. C’erano 21 persone, erano tutti morti soffocati per mancanza d’aria”.
Andrew viene da un piccolo villaggio in mezzo alla foresta della Nigeria. Il suo sogno di bambino era studiare, ma la scuola del villaggio era solo una, con classi troppo affollate e una insegnante per tutti. Così ha smesso, è rimasto praticamente analfabeta fino a quando è arrivato in Italia.
Qui il sogno è ripartito. Vive a Paese (Treviso), lavora come meccanico per macchinari e dopo il diploma di scuola media frequenta una scuola professionale serale per meccanico.
Fa parte di un’associazione di volontari anima campi-scuola per bambini, si occupa della pulizia dei giardini pubblici e partecipa ad attività sociali e culturali e progetti che lavorano su integrazione, uguaglianza, dialogo interculturale.
Tutto questo nonostante quell’immagine di cadaveri che giacevano sotto i suoi piedi che resta come un tarlo nella sua testa. Ci vorrà tempo per liberarsene.