Le storie della nuova collezione Imago Mundi che danno vita alla mostra Out of Place. Arte e storie dai campi rifugiati nel mondo raccontano una profonda complessità. Tra queste c’è la vicenda di Mohamed Keita, fotografo che vive in Italia, dove è arrivato a 17 anni dalla Costa D’Avorio, dopo 8.000 km.

È proprio Keita l’autore che, attraversato un dedalo migratorio durato tre anni, può ora guidarci. La sua arte ricrea il labirinto, assieme alle parole del giornalista e scrittore Luca Attanasio che da decenni lavora sul tema delle migrazioni forzate con ricerche sul campo dai confini dell’UE al Libano, da Calais alla Tunisia ai centri di accoglienza italiani.

Si incontrano 20 vicende, di cui 15 esposte in mostra, molto individuali di uomini e donne costretti a vivere enormi rischi e paure, ma che hanno portato fino a noi comprensioni di mondi complessi, abilità, patrimoni umani, e anche vantaggi economici. Sono certamente vittime, ma dopo aver passato ogni sorta di prova, sono incredibilmente riemersi. 

L’invito è a percorrere il labirinto per liberare un recondito desiderio di incontro, e per cogliere questa vasta ricchezza. 

Mohamed Keita (1993, Costa D’Avorio), vive a Roma. Ha fondato due scuole di fotografia per ragazze e ragazzi: a Bamako (Mali) e a Roma. Nel 2022 ha vinto il premio fotografico PhC, presentato da J. Koudelka e M. Delogu.

Luca Attanasio (Roma), scrittore, giornalista, collabora regolarmente con (tra gli altri) Domani, Atlante Geopolitico Treccani, Agenzia Fides, La Svolta, Linkiesta. Esperto di fenomeni migratori, geopolitica, Paesi del Medio Oriente e Africa Subsahariana, è autore di diverse pubblicazioni. 

Coordinamento progetto di Chiara Longhi.

Si ringraziano: Associazione di promozione sociale IntegrART, Treviso; Scuola d’italiano per stranieri di Casetta Rossa, Roma; Associazione Sarai Onlus; Associazione di tutori Obiettivo Fanciullo Odv.

Alcuni nomi e fatti sono stati cambiati per tutelare le persone coinvolte

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