MINATA

“Sei libera di andare, prendi questi e vai a questo indirizzo”
Mais je ne connais personne, je ne sais pas…
“Non capisco… tieni e vai”.

È questa forse la parte peggiore della storia che ho raccolto.
Perché è vero, la vicenda di Minata, una giovane burkinabè, ora ventitreenne, è atroce…
(praticamente venduta dalla famiglia a 13 anni, si ritrova su un aereo scortata da trafficanti che la conducono a Parigi, riscattata dalla zia che lì vive, viene poi arrestata – a 14 anni – perché senza documenti e considerata ‘clandestina’. Liberata viene spedita dai trafficanti con un visto a Roma. Da noi, comincia una nuova ‘migrazione’ dall’abiezione alla resurrezione, sempre da sola)

… ma sapere che qualcuno preposto alla sicurezza del tuo Paese all’aeroporto di Fiumicino, capito che aveva di fronte una ragazzina evidentemente minorenne, spaesata, incapace di parlare una lingua, la licenzi con un biglietto dell’autobus e un indirizzo, senza un accompagnamento minimo, un riferimento, un numero di telefono, fa male. 

Sarebbe bello individuare il poliziotto e farlo incontrare con Minata. Ora che ha preso il diploma al liceo linguistico, che si è iscritta a Matematica e che lavora in una grossa azienda come assistente personale del Ceo. 

Ora che ha un nuovo sogno “Fare il concorso in polizia”.

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