Artista

Halida Boughriet

Ruine, Parte 1, Gradishte

2020, Fotografia, blocchi di cemento, suono. Courtesy dell'artista

Ruine considera e reinventa il concetto di vita in uno spazio chiuso e isolato. Il modello preso a riferimento è il campo di lavori forzati di Gradishte, in Albania, costruito negli anni ’50 dal regime comunista albanese per ammassare migliaia di deportati e cittadini “declassati”. Oggi, Gradishte è in rovina, condannato all’oblio, nonostante alcune persone continuino a vivere in questo spazio. Halida Boughriet rianima i ricordi e li fonde nel cemento. Cosa significa vivere in esilio nel tuo stesso Paese? E se questa fosse l’unica casa che ricordi della tua infanzia? Fa da colonna sonora il poema di una donna di 45 anni, nata e cresciuta nel campo di Gradishte fino a quando ne aveva 17, che racconta il suo ritorno in questo luogo 27 anni dopo.

Halida Boughriet (1980, Lens, Francia). Artista francese di origine algerina vive e lavora a Parigi. La sua pratica artistica spazia dalla scultura alla performance fino alle installazioni video. All’incrocio tra temi estetici, politici e sociali, il suo lavoro mira a cogliere le tensioni tra le relazioni umane e la società, con particolare attenzione alle emozioni trasmesse attraverso la memoria individuale e collettiva.

Ruine, Parte 1, Gradishte

2020, Fotografia, blocchi di cemento, suono. Courtesy dell'artista

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