Rada Akbar, artista afghana all'interno della mostra d'arte contemporanea

Artista

Rada Akbar

Invisible captivity

2013, serie di stampe digitali su carta. Courtesy dell’artista

Le foto della serie Invisible Captivity (Prigionia invisibile) sono una potente rappresentazione dei modi in cui le leggi religiose, la politica e la preponderante mentalità patriarcale della società afgana imprigionano le donne, negando ogni diritto e libertà. Questa prigionia sociale e mentale può essere traumatica tanto quanto quella fisica, se non addirittura di più, perché è invisibile, e priva di barriere tangibili da rimuovere. Le impronte digitali che si trovano nelle foto rimandano ad un altro modo in cui i tradizionalisti ultraconservatori mantengono il controllo sulle donne, ovvero trattandole come se fossero delle proprietà da possedere e marchiare. La selezione di foto mostra come le donne si rappresentano, ma anche come saranno rappresentate nell’Afghanistan controllato dai talebani.

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Rada Akbar (Kabul, 1988) è attivista, curatrice e artista concettuale. Akbar usa la propria creatività come mezzo per combattere la misoginia e l’oppressione. Il suo lavoro spazia dal creare monumenti indossabili, alla performance, alla pittura, all’installazione e alla fotografia. Sue opere sono state mostrate in diverse esposizioni sia in Afghanistan che all’estero. Nel 2015 Akbar ha vinto la menzione d’onore del Premio Foto dell’anno dell’UNICEF.

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Invisible captivity

2013, serie di stampe digitali su carta. Courtesy dell’artista

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