Artista

Serena Vestrucci

Non siamo soliti ricordare le cose che accadranno

2018, Cera d’api, cera tecnica, pigmento, lampada riscaldante a infrarossi 250 W. Courtesy l’artista e Galleria Renata Fabbri

Nelle opere di Serena Vestrucci gli oggetti quotidiani sono spesso il soggetto principale, attraverso cui l’artista racconta fenomeni quotidiani trasformandoli in epifanie poetiche.

L’installazione qui presentata è composta da due coppie di sculture in cera dalle forme organiche che, sottoposte al calore di lampade riscaldanti usate solitamente per la crescita di pulcini e piccoli mammiferi, si scioglieranno durante tutta la durata della mostra, andando a formare un magma indistinto e informe. Nel suo compiersi l’opera parla del tempo dilatato dell’attesa, di un tempo talmente lento da sembrare immobile, e del processo naturale di cui l’artista è solo attivatrice, rinunciando a determinarne la forma finale. La natura silenziosa di quest’opera risiede nel suo impercettibile e invisibile divenire. Assieme ai lavori di Roncato e Trevisani, anche Vestrucci riflette su una percezione, quella del tempo, che forse è meno fissa di quanto si creda.

Serena Vestrucci (Milano, 1986) ha esposto il proprio lavoro in numerose personali tra cui: Galleria Renata Fabbri, Milano (2021); Galleria FuoriCampo, Siena (2018); Galleria d’Arte Moderna, Verona (2017); Museo Archeologico Antonio Salinas, Palermo (2017); Marsèlleria Permanent Exhibition, Milano (2016); Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova (2015). Tra le mostre collettive recenti: Fondazione Pastificio Cerere (2020); Casa Testori, Novate Milanese (2019); Istituto Italiano di Cultura, New York (2018); Istituto Italiano di Cultura, Londra (2018); Palazzo Reale, Milano (2017 e 2015); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, Italia (2017, 2012 e 2010). Nel 2017 ha vinto la 18° edizione del Premio Cairo ed è stata selezionata per la realizzazione di un’opera per CityLife, Milano.

Non siamo soliti ricordare le cose che accadranno

2018, Cera d’api, cera tecnica, pigmento, lampada riscaldante a infrarossi 250 W. Courtesy l’artista e Galleria Renata Fabbri

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