Michele Spanghero

I tuoi lavori esplorano lo spazio attraverso il suono e la sua percezione che appare incorporata ad esso, come nel progetto Panacousticon. Quali dinamiche ti interessa esplorare o attivare nella relazione fra suono, spazio e pubblico?

L’esperienza acustica è una parte fondamentale della nostra percezione dello spazio fisico. Il mio lavoro dunque vuole portare lo spettatore a conoscere un luogo attraverso il suono, ma in modo astratto e non descrittivo. Spesso le mie registrazioni partono dal silenzio di un ambiente per poi esaltarne le frequenze specifiche di risonanza, in pratica per far udire la “voce” di quel luogo, come è successo con i teatri in Monologues che citavo prima.

Nel caso di Panacousticon, invece, metto lo spettatore in relazione con un enorme altoparlante dodecaedro che emette in modo omnidirezionale un drone di onde sonore, che stimola uniformemente con vibrazioni lo spazio circostante. Il pubblico è invitato ad esplorare acusticamente la stanza muovendosi intorno alla scultura per percepire sfumature e lievi modulazioni acustiche causate dai riflessi delle onde sonore nella stanza. In questo modo la staticità dell’opera assume una svolta interattiva: ognuno sperimenta microvariazioni acustiche diverse a seconda del proprio coinvolgimento nell’opera e di come il proprio sistema uditivo percepisce i riflessi sonori. In tal modo lo spettatore è messo nella situazione di scoprire lo spazio che lo circonda attraverso un ascolto attento.

Quali sono gli ultimi progetti su cui hai lavorato?

Ovviamente la stagione espositiva nel 2020 è stata estremamente limitata, così mi sono dedicato a sviluppare progetti per alcune sculture che spero di realizzare prossimamente, ma ho anche approfittato per dedicarmi con più calma alla musica, sviluppando un progetto su Fellini (utilizzando un’intervista inedita messami a disposizione da Cinemazero). A fine anno, ho lavorato a un brano ispirato all’esperienza del lockdown: si intitola loopdown, è stato pubblicato da bb15 di Linz (Austria) in edizione limitata sotto forma di una cassetta costruita per essere suonata in loop senza fine.

VITA&OPERE

Michele Spanghero (1979, Gorizia, Italia) vive e lavora a Monfalcone. Artista visivo e sonoro, recentemente ha esposto il suo lavoro nelle personali presso Istituto Italiano di Cultutra, Parigi (2021), Galerie Alberta Pane, Parigi (2021); bb15, Linz (2020); e nelle collettive presso Galleria Mazzoli, Berlino (2020), Le Centquatre, Parigi (2019); Casa d'Arte Futurista Depero - Mart, Rovereto (2019). Ha eseguito performance in diversi contesti come musei, gallerie, club e festival in Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Slovenia, Austria, Germania, Belgio, Olanda, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e USA.

VITA&OPERE

Michele Spanghero (1979, Gorizia, Italia) vive e lavora a Monfalcone. Artista visivo e sonoro, recentemente ha esposto il suo lavoro nelle personali presso Istituto Italiano di Cultutra, Parigi (2021), Galerie Alberta Pane, Parigi (2021); bb15, Linz (2020); e nelle collettive presso Galleria Mazzoli, Berlino (2020), Le Centquatre, Parigi (2019); Casa d'Arte Futurista Depero - Mart, Rovereto (2019). Ha eseguito performance in diversi contesti come musei, gallerie, club e festival in Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Slovenia, Austria, Germania, Belgio, Olanda, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e USA.

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