When the Globe is Home è una mostra ispirata dai concetti speculari di mondo e casa, tramite di essi investiga la globalità e le sue implicazioni, le proiezioni e le conseguenze della continua mediazione tra globale e locale, usando l’arte come campo d’applicazione, spunto di creazione e strumento di riflessione.
Claudio Scorretti
Irina Ungureanu
La globalità implica una percezione multicentrica del mondo, dove le distinzioni tra locale e globale, nella logica della “società liquida” illustrata da Zygmunt Bauman, diventano sempre più fluide e l’identità si arricchisce di nuovi contenuti e sfumature. “È ormai impossibile ammettere che l’identità di un uomo possa essere adeguatamente definita conservandone e fissandone l’immagine da un unico punto di vista in un unico luogo” – affermava John Berger, scrittore e critico d’arte britannico.
When the Globe is Home è un manifesto alla diversità e alla pluralità che concorrono a definire il “nostro mondo”, attribuendo un’accezione positiva alla globalità che, attraverso l’arte, assume in modo simbolico la funzione dell’agorà greca: uno spazio aperto al dialogo dove vengono riportate alla luce le problematiche stringenti che riguardano tutti, non soltanto le persone o i luoghi dove nascono. In un approccio critico nei confronti della nuova condizione globale, Okwui Enwezor, critico e curatore della Biennale Arte di Venezia 2015, osservava che la “volontà di globalità” ha condotto al collasso delle distanze: tutto ci appare vicino, viviamo in un mondo di troppe prossimità. Come evitare che il vortice globale generi pseudo-vicinanze che rischiano di appiattire le identità locali? Lasciando da parte la “globalità alla moda” o la globalizzazione che insiste nell’omologazione dei consumi, possiamo immaginare un’interazione stratificata, che dà spazio e voce alle particolarità locali, senza cedere alla tentazione di mitigare le differenze.
“Finché manca una singola particolarità, la globalità non sarà quel che dovrebbe essere per noi” – queste parole dello scrittore caraibico francese Édouard Glissant riassumono l’idea base di questa mostra. Qualsiasi immagine globale rimarrebbe un concetto astratto, virtuale e privo di vita, se non fosse formata dalla somma di storie e identità locali che la compongono: When the Globe is Home si nutre di questa proliferazione di storie per raccontare il mondo. Le guerre, le migrazioni, l’emergenza climatica, la sostenibilità, l’esilio all’interno e fuori dal proprio Paese, la gentrificazione – sono alcuni dei temi globali affrontati dai 13 artisti selezionati dalle collezioni Art Theorema di Imago Mundi Collection ed è significativo notare come, quando si tratta di focalizzare i traumi legati a tali argomenti, l’immagine ricorrente sia quella della perdita della casa e del tentativo di ritrovarla. Per analogia, ogni cella di Gallerie delle Prigioni messa a disposizione degli artisti invitati a realizzare le loro opere, è stata percepita come una sorta di “casa” dove esprimere, esorcizzare, comprimere o far sconfinare la propria visione del mondo.
Claudio Scorretti
Irina Ungureanu